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Premio Impresa Donna Comune di Perugia - Premiate 3 cooperative di Legacoop Umbria
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Green Community l’opportunità delle Comunità Energetiche Rinnovabili LegacoopUmbria Magazine
Per promuovere la diffusione delle Comunità energetiche Legacoopsociali Umbria ed Aris Impresa Sociale hanno lanciato il progetto Green Community, sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, che ha l’obiettivo di supportare la nascita di 10 Comunità energetiche nel territorio umbro promosse dalle cooperative sociali e dagli enti di Terzo settore.
Il progetto, premiato nel bando Investiamo Sociale dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, è stato presentato, durante un seminario su questo tema, nella sede di Legacoop a Perugia. Hanno partecipato all’iniziativa Andrea Bernardoni, Presidente di Legacoopsciali Umbria, Fabrizio Stazi Segretario Generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Albano Grilli, Presidente di Aris Impresa Sociale, Nicola Stabile Vice presidente Legacoopsociali Umbria, Davide Zucconi dello studio Epsi, Riccardo Fanò ricercatore di Aris e Adriano Rossi fondatore della Comunità energetica di San Vito.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili sono una grande opportunità per la nostra regione, e permettono di affrontare il problema del caro energia rendendo i territori protagonisti della transizione energetica. Sono state introdotte dalle direttive comunitarie “rinnovabili” e “mercato” e rappresentano lo strumento a disposizione dei cittadini, artigiani, agricoltori e enti locali per produrre, consumare e condividere energia da fonti rinnovabili. In un momento in cui le bollette energetiche di famiglie ed imprese sono aumentate anche del 400 per cento la comunità energetica permette di azzerare i costi dell’energia contribuendo al processo di decarbonizzazione dell’economia.
“Le cooperative sociali – afferma Andrea Bernardoni Presidente di Legacoopsociali Umbria – hanno nel proprio DNA l’interesse generale della comunità per questo motivo la nostra organizzazione è impegnata nello sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili, coinvolgendo in moto attivo le imprese associate, che sono lo strumento per realizzare la transizione verde dal basso, per contrastare la povertà energetica e praticare nuove forme di democrazia economica”.
Nelle prossime settimane, con l’avvio del progetto Green Community, inizierà la fase di animazione territoriale e di engagement dei cittadini, degli imprenditori e degli enti locali in cui Aris Impresa Sociale affiancherà le cooperative sociali che sono fortemente radicate nelle comunità locali.
“La Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia – afferma il Segretario Generale, Fabrizio Stazi - sta rivolgendo particolare attenzione all'empowerment e alla professionalizzazione degli enti del Terzo settore che, nonostante le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria, hanno continuato ad offrire servizi essenziali per la comunità. In un'ottica di sviluppo sostenibile abbiamo rafforzato il dialogo e l'ascolto del territorio, cercando di dare risposte adeguate ai crescenti bisogni dei cittadini e di sviluppare progetti innovativi e sostenibili nel tempo. Quest'iniziativa si inserisce all'interno di questo percorso”.
Possono partecipare alla comunità tutti i cittadini, le piccole e medie imprese e gli enti locali. I soci della comunità energetica si dividono in tre categorie: i soci consumatori che consumano l’energia prodotta dagli altri membri della comunità energetica; i soci produttori e consumatori – i cosiddetti prosumer – che possono condividere con gli altri membri della comunità l’energia rinnovabile prodotta che non riescono a consumare ed, infine, i soci finanziatori che possono finanziare gli impianti fotovoltaici realizzati dalla comunità energica.
La Comunità Energetica non ha scopo di lucro e tutti i ricavi derivanti dalla vendita dell’energia prodotta e dagli incentivi pubblici previsti dallo Stato sono ripartiti tra i soci della comunità, Nell’iniziativa promossa da Legacoopsociali ed Aris, inoltre, una parte dei ricavi sarà destinata al contrasto della povertà energetica delle famiglie del territorio e al finanziamento dei servizi di welfare a favore della comunità.
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Green Community l’opportunità delle Comunità Energetiche Rinnovabili
Comunità energetiche: Legacoop ed Aris lanciano il progetto Green Community
Sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia darà il via a 10 Comunità Energetiche Rinnovabili in Umbria
Per promuovere la diffusione delle Comunità energetiche Legacoopsociali Umbria ed Aris Impresa Sociale hanno lanciato il progetto Green Community, sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, che ha l’obiettivo di supportare la nascita di 10 Comunità energetiche nel territorio umbro promosse dalle cooperative sociali e dagli enti di Terzo settore.
Il progetto, premiato nel bando Investiamo Sociale dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, è stato presentato, durante un seminario su questo tema, nella sede di Legacoop a Perugia. Hanno partecipato all’iniziativa Andrea Bernardoni, Presidente di Legacoopsciali Umbria, Fabrizio Stazi Segretario Generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Albano Grilli, Presidente di Aris Impresa Sociale, Nicola Stabile Vice presidente Legacoopsociali Umbria, Davide Zucconi dello studio Epsi, Riccardo Fanò ricercatore di Aris e Adriano Rossi fondatore della Comunità energetica di San Vito.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili sono una grande opportunità per la nostra regione, e permettono di affrontare il problema del caro energia rendendo i territori protagonisti della transizione energetica. Sono state introdotte dalle direttive comunitarie “rinnovabili” e “mercato” e rappresentano lo strumento a disposizione dei cittadini, artigiani, agricoltori e enti locali per produrre, consumare e condividere energia da fonti rinnovabili. In un momento in cui le bollette energetiche di famiglie ed imprese sono aumentate anche del 400 per cento la comunità energetica permette di azzerare i costi dell’energia contribuendo al processo di decarbonizzazione dell’economia.
“Le cooperative sociali – afferma Andrea Bernardoni Presidente di Legacoopsociali Umbria – hanno nel proprio DNA l’interesse generale della comunità per questo motivo la nostra organizzazione è impegnata nello sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili, coinvolgendo in moto attivo le imprese associate, che sono lo strumento per realizzare la transizione verde dal basso, per contrastare la povertà energetica e praticare nuove forme di democrazia economica”.
Nelle prossime settimane, con l’avvio del progetto Green Community, inizierà la fase di animazione territoriale e di engagement dei cittadini, degli imprenditori e degli enti locali in cui Aris Impresa Sociale affiancherà le cooperative sociali che sono fortemente radicate nelle comunità locali.
“La Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia – afferma il Segretario Generale, Fabrizio Stazi - sta rivolgendo particolare attenzione all'empowerment e alla professionalizzazione degli enti del Terzo settore che, nonostante le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria, hanno continuato ad offrire servizi essenziali per la comunità. In un'ottica di sviluppo sostenibile abbiamo rafforzato il dialogo e l'ascolto del territorio, cercando di dare risposte adeguate ai crescenti bisogni dei cittadini e di sviluppare progetti innovativi e sostenibili nel tempo. Quest'iniziativa si inserisce all'interno di questo percorso”.
Possono partecipare alla comunità tutti i cittadini, le piccole e medie imprese e gli enti locali. I soci della comunità energetica si dividono in tre categorie: i soci consumatori che consumano l’energia prodotta dagli altri membri della comunità energetica; i soci produttori e consumatori – i cosiddetti prosumer – che possono condividere con gli altri membri della comunità l’energia rinnovabile prodotta che non riescono a consumare ed, infine, i soci finanziatori che possono finanziare gli impianti fotovoltaici realizzati dalla comunità energica.
La Comunità Energetica non ha scopo di lucro e tutti i ricavi derivanti dalla vendita dell’energia prodotta e dagli incentivi pubblici previsti dallo Stato sono ripartiti tra i soci della comunità, Nell’iniziativa promossa da Legacoopsociali ed Aris, inoltre, una parte dei ricavi sarà destinata al contrasto della povertà energetica delle famiglie del territorio e al finanziamento dei servizi di welfare a favore della comunità.
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Rete cooperativa 110 come partner del PNRR Umbria con progetti di rigenerazione urbana
Per la 38esima edizione di Expo Casa, il più importante appuntamento regionale dedicato al costruire, all’abitare e al risparmio energetico, la start up umbra Rete cooperativa Centodieci, a un anno esatto dalla sua creazione, ha illustrato all’Umbriafiere di Bastia Umbra i suoi primi risultati e, soprattutto, presentato i progetti su cui sta lavorando in un’ottica di rigenerazione urbana. Rete cooperativa Centodieci è un’iniziativa promossa da Legacoop Umbria per offrire un servizio completo nell’ambito del Superbonus 110%, composta da quattordici società cooperative che si occupano dalla progettazione alla gestione delle pratiche, dalla costruzione edile alla gestione sociale dell’abitare.
“Cerchiamo di collaborare alla realizzazione del Pnrr Umbria – ha dichiarato Laerte Grimani, presidente della Rete cooperativa Centodieci – concentrandoci sul concetto di rigenerazione urbana. Non vogliamo fare nuove realizzazioni edilizie: in un territorio straordinario come il nostro sarebbe assolutamente fuori luogo. Noi vorremmo contribuire, anche con progetti che già abbiamo, alla rigenerazione strutturale di borghi, periferie e quartieri, mettendoli poi a disposizione dei cittadini attraverso operazioni di social housing che rispondano ai fabbisogni di quella data comunità”. “Nei processi di partenariato pubblico privato– ha chiarito Matteo Ragnacci, presidente di Legacoop Produzione e servizi Umbria –, crediamo di essere il partner ideale delle Pubbliche amministrazioni regionali nella coprogettazione di percorsi di rigenerazione e riqualificazione urbana e rurale. Siamo in grado, infatti, di accompagnare la rigenerazione strutturale attraverso un processo più inclusivo, resiliente e generatore di economie locali e innovazione sociale. È fondamentale allacciare alla riqualificazione dei luoghi, l’apporto fondamentale della comunità locale composta da cittadini, imprese, forze sociali e associative. Insieme possiamo costruire una residenzialità in linea con i principi di Agenda 2030 che risponda a fabbisogni condivisi e migliori la qualità della vita delle persone. Le nostre imprese per la loro natura collettiva, intersettoriale e a forte impatto sociale, saranno decisive nel partenariato con la Pubblica amministrazione per il raggiungimento di questo fondamentale obiettivo di sviluppo locale”. In quest’ottica, Rete cooperativa Centodieci ha dato vita a una collaborazione con l’associazione Nuove Ri-generazioni Umbria con l’obiettivo di elaborare e sviluppare, nell’ambito del Pnrr, programmi di recupero e riqualificazione del patrimonio immobiliare in grado di garantire qualità e sicurezza dell’abitare sia dal punto di vista sociale che ambientale.
“Abbiamo già avuto esperienze simili – ha commentato Mario Margasini, presidente del Comitato scientifico di Nuove Ri-generazioni Umbria –. Abbiamo lavorato, ad esempio, in Valnerina in occasione della ricostruzione: c’era, infatti, bisogno di riprogettare e ridefinire una comunità, di comprendere appieno le necessità di chi rimaneva a vivere lì e quindi in che modo si poteva sviluppare un’attività e un lavoro. Affinché non ci sia spopolamento servono servizi, ma anche lavoro. Trovare le vocazioni di un territorio affinché vi sia sostenibilità economica”.- ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE - https://www.youtube.com/channel/UC2-LnOzaS6O6cnRTMTBCUXg?sub_confirmation=1 -
Nasce la Comunità Energetica del Trasimeno aperta a tutti i cittadini e imprese
Nasce la Comunità Energetica del Trasimeno aperta a tutti i cittadini e imprese
“Vogliamo abbassare i costi delle bollette promuovendo la produzione di energia da fonti rinnovabili”
Un'assemblea molto partecipata(venerdì 4 marzo), nella Sala del Teatro di Palazzo della Corgna a Castiglione del Lago, ha salutato la nascente Comunità Energetica Rinnovabile del Trasimeno.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili rappresentano lo strumento a disposizione dei cittadini, artigiani, agricoltori e enti locali per produrre, consumare e condividere energia da fonti rinnovabili. Introdotte dalle direttive comunitarie “rinnovabili” e “mercato”, sono uno stumento adatto per questo momento in cui le bollette energetiche di famiglie ed imprese sono aumentate anche del 400 per cento. La comunità energetica permette di azzerare i costi dell’energia e rappresenta un’azione importante della strategia energetica europea e del PNRR.
La presentazione si è aperta con i saluti del Sindaco di Castiglione del Lago Matteo Burico, che ha ricordato che “ Questa comunità deve essere sempre più consapevole di quanto consuma, ed ogni energia che viene consumata viene sottratta al nostro ambiente. Queste opportunità servono per innescare una consapevolezza nei nostri cittadini e saranno così essenziali nel futuro prossimo. Il tema energetico ci tocca molto da vicino, incide sulla nostra quotidianità, sul lavoro, sulle nostre imprese. Le risorse scarseggiano sempre di più, e allora dobbiamo essere “piccoli quartieri organizzati” per dare un grande esempio al mondo sempre più in crisi energetica”.
Possono far parte della Comunità i cittadini, le piccole e medie imprese e gli enti locali. I soci si dividono in tre categorie: i soci consumatori che consumano l’energia prodotta dagli altri membri della comunità energetica; i soci produttori e consumatori – i cosiddetti prosumer – che possono condividere con gli altri membri della comunità l’energia rinnovabile prodotta che non riescono a consumare ed, infine, i soci finanziatori che possono finanziare gli impianti fotovoltaici realizzati.
“La CER del Trasimeno – afferma Andrea Bernardoni di Legacoop Umbria e promotore della stessa – nasce per abbassare i costi delle bollette di famiglie ed imprese e per promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili nel territorio, con l’obiettivo di rendere da un punto di vista energetico la zona del lago 100% green, come già accade in diverse valli alpine. È inoltre, uno strumento di democrazia energetica che rende protagonisti della transizione ecologica i cittadini, lasciando tutti i benefici ambientali, sociali ed economici nelle comunità locali. Puntiamo su tanti impianti di rinnovabili diffusi nel territorio che minimizzano l’impatto paesaggistico piuttosto che su grandi impianti concentrati in un solo luogo. In un periodo in cui le nostre vite sono sconvolte dalla guerra in Ucraina, finanziata anche con le risorse derivanti dalla vendita dal gas russo, oggi produrre energie rinnovabili e far parte delle comunità energetiche è anche una scelta di pace, nonché partecipazione attiva ad un processo di decarbonizzazione dell’economia ”.
La Comunità Energetica del Trasimeno non ha scopo di lucro e tutti i ricavi derivanti dalla vendita dell’energia prodotta e dagli incentivi pubblici previsti dallo Stato sono ripartiti tra i soci, una parte dei ricavi sarà inoltre destinata al contrasto della povertà energetica delle famiglie del territorio e ad altre finalità sociali.
Per favorire il contatto con i cittadini e le imprese è stata attivata una mail dedicata certrasimeno@gmail.com scrivendo alla quale si potranno avere maggiori informazioni e si potranno organizzare incontri per approfondire le opportunità.
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Legacoop e Libera umbria siglato protocollo per contrastare fenomeni mafiosi
Legacoop Umbria e Libera Umbria “Attiviamo forme di cooperazione per la legalità”
Siglato il protocollo di intesa per contrastare e prevenire i fenomeni mafiosi
Perugia, 18.02.2022 - Un protocollo per “attivare forme di cooperazione, rivolte alle cooperative, alle imprese sociali associate ed alla cittadinanza umbra, finalizzate alla promozione della legalità, alla conoscenza ed al contrasto di fenomeni mafiosi e di criminalità organizzata in Umbria”.
È questo il senso dell'accordo siglato tra la Lega delle Cooperative e Libera Umbria due realtà già legate da una collaborazione importante a livello nazionale e locale, ma che ora intendono rafforzare la propria sinergia in particolare sul versante del riutilizzo sociale del beni confiscati alla criminalità organizzata. Oggi in Umbria secondo i dati ufficiali dell'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati, sono 144 i beni (parliamo di particelle catastali) sottoposti a confisca definitiva, alcuni già assegnati al “territorio” per il loro recupero e riutilizzo, altri che entreranno presto nella disponibilità delle amministrazioni locali.
Un grande “potenziale di riscatto” per l'Umbria che continuerà a crescere nei prossimi anni, come dimostrano anche le ultime importanti operazioni di magistratura e forze dell'ordine che hanno portato ad ingenti sequestri di patrimoni.
“Vogliamo incentivare attraverso la cooperazione – dichiara Dino Ricci, Presidente di Legacoop Umbria - la cultura della legalità democratica per rendere più incisiva l’azione di prevenzione e contrasto alle diverse forme di illegalità nel mondo economico e produttivo del territorio umbro, con iniziative che abbiano come interlocutori le cooperative associate, le istituzioni, la cittadinanza tutta. Portiamo avanti l'intesa partita da Legacoop Nazionale con i progetti “Noi siamo con Libera, Legacoop contro le mafie” e "Cooperare con Libera Terra - Agenzia per lo sviluppo cooperativo e la legalità". Le due associazioni condividono gli stessi principi, valori e obiettivi e siamo sicuri che questa partnership porterà dei buoni risultati al contrasto della criminalità organizzata”.
Libera e Legacoop da anni si impegnano per la giustizia sociale, per la tutela dei diritti, per una politica trasparente, per una legalità democratica fondata sull’eguaglianza, ed adesso in Umbria uniranno le proprie forze proprio per perseguire un intento comune.
“Proprio in questi giorni partirà a Pietralunga la prima esperienza di riutilizzo sociale di un bene confiscato alla 'ndrangheta attraverso una cooperativa agricola iscritta a Legacoop – afferma Walter Cardinali, presidente di Libera Umbria – si tratta di un fatto di grande importanza, non solo simbolica, per il quale Libera si è a lungo impegnata. Ecco, noi vorremmo che questa prima esperienza e quelle che ci auguriamo verranno presto in futuro, siano accompagnate da tutta la società umbra e da tutte le istituzioni, perché rappresentano il riscatto del territorio e la nostra risposta collettiva ai tentativi di aggressione mafiosa, purtroppo sempre più frequenti. Il protocollo con Legacoop in questo senso – continua Cardinali - è uno strumento importante che può aiutarci a fare rete nei percorsi di formazione e informazione, di animazione territoriale e di accompagnamento delle cooperative”.
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Legacoop e Libera Umbria attivano forme di cooperazione per la legalità
Un protocollo per “attivare forme di cooperazione, rivolte alle cooperative, alle imprese sociali associate ed alla cittadinanza umbra, finalizzate alla promozione della legalità, alla conoscenza ed al contrasto di fenomeni mafiosi e di criminalità organizzata in Umbria”.
È questo il senso dell'accordo siglato tra la Lega delle Cooperative e Libera Umbria due realtà già legate da una collaborazione importante a livello nazionale e locale, ma che ora intendono rafforzare la propria sinergia in particolare sul versante del riutilizzo sociale del beni confiscati alla criminalità organizzata. Oggi in Umbria secondo i dati ufficiali dell'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati, sono 144 i beni (parliamo di particelle catastali) sottoposti a confisca definitiva, alcuni già assegnati al “territorio” per il loro recupero e riutilizzo, altri che entreranno presto nella disponibilità delle amministrazioni locali.
Un grande “potenziale di riscatto” per l'Umbria che continuerà a crescere nei prossimi anni, come dimostrano anche le ultime importanti operazioni di magistratura e forze dell'ordine che hanno portato ad ingenti sequestri di patrimoni.
“Vogliamo incentivare attraverso la cooperazione – dichiara Dino Ricci, Presidente di Legacoop Umbria - la cultura della legalità democratica per rendere più incisiva l’azione di prevenzione e contrasto alle diverse forme di illegalità nel mondo economico e produttivo del territorio umbro, con iniziative che abbiano come interlocutori le cooperative associate, le istituzioni, la cittadinanza tutta. Portiamo avanti l'intesa partita da Legacoop Nazionale con i progetti “Noi siamo con Libera, Legacoop contro le mafie” e "Cooperare con Libera Terra - Agenzia per lo sviluppo cooperativo e la legalità". Le due associazioni condividono gli stessi principi, valori e obiettivi e siamo sicuri che questa partnership porterà dei buoni risultati al contrasto della criminalità organizzata”.
Libera e Legacoop da anni si impegnano per la giustizia sociale, per la tutela dei diritti, per una politica trasparente, per una legalità democratica fondata sull’eguaglianza, ed adesso in Umbria uniranno le proprie forze proprio per perseguire un intento comune.
“Proprio in questi giorni partirà a Pietralunga la prima esperienza di riutilizzo sociale di un bene confiscato alla 'ndrangheta attraverso una cooperativa agricola iscritta a Legacoop – afferma Walter Cardinali, presidente di Libera Umbria – si tratta di un fatto di grande importanza, non solo simbolica, per il quale Libera si è a lungo impegnata. Ecco, noi vorremmo che questa prima esperienza e quelle che ci auguriamo verranno presto in futuro, siano accompagnate da tutta la società umbra e da tutte le istituzioni, perché rappresentano il riscatto del territorio e la nostra risposta collettiva ai tentativi di aggressione mafiosa, purtroppo sempre più frequenti. Il protocollo con Legacoop in questo senso – continua Cardinali - è uno strumento importante che può aiutarci a fare rete nei percorsi di formazione e informazione, di animazione territoriale e di accompagnamento delle cooperative”.
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EDUCOOP Il progetto di Educazione Cooperativa
EduCoop – Un progetto che spiega la forma cooperativa
Le cooperative si aprono alle scuole attraverso percorsi didattici
Che cos'è una cooperativa? In quali ambiti opera la cooperazione? Dare una risposta a queste domande è lo scopo di EduCOOP – Educazione Cooperativa un progetto promosso da Legacoop Umbria, patrocinato dall’Ufficio Scolastico Regionale della Regione Umbria, volto alla conoscenza della cooperazione nelle scuole primarie e secondarie di I grado. Favorire, quindi, tra gli studenti, una maggiore consapevolezza della forma cooperativa con la quale si gestiscono processi produttivi, di integrazione sociale e di servizi per la comunità attraverso attività pratiche ed esperienze sul campo.
Il protagonismo cooperativo nel corso dell’ultimo secolo ha segnato uno spartiacque tra impresa pubblica e privata cercando di realizzare in forma quasi utopica un modello di impresa che guarda al NOI, alla condivisione e alla collaborazione come punti di forza. Oggi la cooperazione può raccontarsi come elemento di crescita collettiva e di attenzione alla comunità.
Ogni storia cooperativa è in sé diversa e ricca di coraggio, è passione, lavoro e speranza per un mondo più equo per tutti. Le singole imprese cooperative apriranno le loro porte alle scuole regionali realizzando percorsi didattici focalizzati sullo sviluppo sostenibile in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 e i principi stessi della cooperazione, e cercando di gettare nuovi semi di speranza, guardando con fiducia al futuro.
Ogni cooperativa promuove una propria attività connessa alla specificità della propria impresa e le classi potranno scegliere di partecipare ad un’attività, che sarà realizzata gratuitamente, da svolgere nel corso dell’anno scolastico 2021-2022 presso la sede dell'impresa.
I progetti saranno 13:
“Un'impronta ecologica è per sempre!” - Gestito da CirFood Magione
che si dividerà in 2 attività;
La Piramide degli alimenti - L'attività sarà impostata come un gioco nele quale ogni gruppo di bambini dovrà comporre un menù giornaliero equilibrato.
Sulle mie orme – Vedrà i bambini coinvolti in una discussione guidata per dare una definizione di impronta ecologica
“Buon Fine Coop. Perché è importante non sprecare?” - Gestito da Coop Centro Italia
Gli studenti saranno guidati all'interno di un punto vendita Coop e si cimenteranno nella corretta lettura delle etichette
“Misteri a Palazzo” - Gestito da Il Poliedro società cooperativa Citta di Castello
I bambini faranno un tour a Palazzo Vitelli alla Cannoniera (Pinacoteca Comunale Città di Castello) dove una guida in abiti racconterà la storia del palazzo svelando i segreti della famiglia Vitelli
“Cinema per la scuola” - Gestito da PostModernissimo Anonima Impresa Sociale Perugia
Gli studenti assisteranno alla proiezione di un film di qualità, con approfondimento finale per vivere appieno la magia del cinema
“Un giorno da giornalista” - Gestito da Umbria24 società cooperativa Perugia
Approccio teorico alla professione del giornalista, con focus su fake news
“Visita alla Fattoria Sociale – Gestito da Cooperativa sociale Edit Terni
Accudimento di animali, dell'orto e del frutteto, e trasformazione materie prime
“Una giornata nella Ceramica con NOI” - Gestito da Ceramiche NOI cooperativa Città di Castello
Visita guidata nella cooperativa e laboratorio di ceramica
“Una mattina al Circo”- Gestito da Piccolo Nuovo Teatro società cooperativa Bastia Umbra
Attività teoriche e pratiche volte alla scoperta del teatro e delle attività circensi
“Raccolta differenziata e difesa dell'ambiente” - Gestito da Cosp Tecno Service società cooperativa Terni
Gestione della raccolta differenziata, corretta gestione dei rifiuti
“Uno sguardo alle arti grafiche al Museo Pliniana – Gestito da Stabilimento Tipografico Pliniana società cooperativa Selci Lama
Viaggio nella cultura tipografica, riscoprendo i vecchi valori e saperi di quest'arte
“Grifo latte a scuola” - Gestito da Gruppo Grifo Agroalimentare Perugia e Norcia
Visita guidata all'interno degli stabilimenti Grifo Latte
“Semi d'inclusione” - Gestito dalla Cooperativa sociale ACTL Terni
Conoscenza degli ambiti di intervento delle cooperative sociali, agricoltura sociale, inclusione di persone fragili
“Fiocco di Neve” - Gestito da Il Cerchio cooperativa sociale Spoleto
Approfondimento del concetto di team building, per sperimentare la diversa riuscita di quando si lavora come singoli o come cooperatori, raggiungendo un abiettivo comune
“IntegrArte” - Gestito da ASAD società cooperativa sociale Perugia
Far conoscere la storia e l'arte della città di Perugia per vivere il proprio passato in maniera attiva e come base per costruire il futuro- ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE - https://www.youtube.com/channel/UC2-LnOzaS6O6cnRTMTBCUXg?sub_confirmation=1 -
Comunità energetica di San Vito nel Comune di San Venanzo ospite di Sportello Italia Radio 1
La sfida alla transizione energetica in umbria parte da un piccolo borgo nel comune di san venanzo
Realizzata a San Vito in Monte la Prima Comunità Energetica Rinnovabile in UMBRIA
Ci sono gruppi di cittadini, artigiani e agricoltori che hanno deciso di unirsi in “Comunità Energetiche Rinnovabili” per la produzione e il consumo di energia verde. Le Comunità Energetiche Rinnovabili consentono a chi ne fa parte di abbassare i costi della bolletta e di ridurre i consumi di anidrite carbonica. Con le Comunità Energetiche Rinnovabili i cittadini diventano protagonisti della transizione energetica e contribuiscono con azioni dal basso al contrasto del cambiamento climatico.
“La comunità energetica – dice Adriano Rossi Presidente della cooperativa di Comunità Monte Peglia - è il recepimento da parte dello Stato italiano di una direttiva comunitaria che dà la possibilità di produrre e scambiarsi energia fra soci, che può essere una cooperativa, un consorzio o un'associazione. Le ricadute sono molto importanti sul territorio in termini di occupazione e di risparmio sulla bolletta energetica. Nonché possono essere un reddito integrativo per quanto riguarda le aziende agricole”.
A San Venanzo lo scorso 6 dicembre , si è parlato proprio dei vantaggi delle comunità energetiche, presenti l’Assessore Regionale Morroni, il Professore Cotana dell’Università di Perugia e a numerosi sindaci del territorio. È stata anche presentata la prima Comunità Energetica Rinnovabile dell’Umbria costituita a San Vito con il supporto della cooperativa di comunità del Monte Peglia e di Legacoop Umbria.
“Le prime cooperative di comunità – ha affermato Legacoop Umbria - che sono nate e si sono sviluppate in Italia sono state le cooperative energetiche. Costituitesi nei primi anni del Novecento per portare l'energia elettrica in valli dimenticate lontane dalle reti. Oggi a distanza di più di un secolo nel 2021 la forma cooperativa diventa lo strumento per aprire una fase nuova. I cittadini riuniti in cooperativa possono essere protagonisti della transizione ecologica. Possono realizzare concretamente iniziative nell'interesse delle generazioni future, possono pensare ai loro nipoti creando nuove opportunità di sviluppo sostenibile”.
San Vito in Monte è una piccola frazione del Comune di San Venanzo in Provincia di Terni situato sulla via Etrusca che collega Perugia con Orvieto.
Il borgo, popolato da 71 abitanti, si trova a 516 metri di quota e gode di un’unica posizione panoramica su una vastissima porzione dell’Umbria e dell’Appennino Centrale.
Della Comunità di San Vito fanno parte dieci utenti di energia elettrica (utenze domestiche e piccole attività artigianali e commerciali) che si sono costituiti in associazione al fine di produrre e scambiarsi energia verde.
L’energia elettrica verrà prodotta da un impianto fotovoltaico di 40 KWp di potenza installato sulla copertura di un capannone artigianale di proprietà di uno dei soci e sarà in grado di garantire gran parte dei consumi elettrici dei soci.
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Legacoop Umbria e Libera Umbria - Siglato il protocollo di intesa
Legacoop Umbria e Libera Umbria “Attiviamo forme di cooperazione per la legalità”
Siglato il protocollo di intesa per contrastare e prevenire i fenomeni mafiosi
Perugia, 18.02.2022 - Un protocollo per “attivare forme di cooperazione, rivolte alle cooperative, alle imprese sociali associate ed alla cittadinanza umbra, finalizzate alla promozione della legalità, alla conoscenza ed al contrasto di fenomeni mafiosi e di criminalità organizzata in Umbria”.
È questo il senso dell'accordo siglato tra la Lega delle Cooperative e Libera Umbria due realtà già legate da una collaborazione importante a livello nazionale e locale, ma che ora intendono rafforzare la propria sinergia in particolare sul versante del riutilizzo sociale del beni confiscati alla criminalità organizzata. Oggi in Umbria secondo i dati ufficiali dell'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati, sono 144 i beni (parliamo di particelle catastali) sottoposti a confisca definitiva, alcuni già assegnati al “territorio” per il loro recupero e riutilizzo, altri che entreranno presto nella disponibilità delle amministrazioni locali.
Un grande “potenziale di riscatto” per l'Umbria che continuerà a crescere nei prossimi anni, come dimostrano anche le ultime importanti operazioni di magistratura e forze dell'ordine che hanno portato ad ingenti sequestri di patrimoni.
“Vogliamo incentivare attraverso la cooperazione – dichiara Dino Ricci, Presidente di Legacoop Umbria - la cultura della legalità democratica per rendere più incisiva l’azione di prevenzione e contrasto alle diverse forme di illegalità nel mondo economico e produttivo del territorio umbro, con iniziative che abbiano come interlocutori le cooperative associate, le istituzioni, la cittadinanza tutta. Portiamo avanti l'intesa partita da Legacoop Nazionale con i progetti “Noi siamo con Libera, Legacoop contro le mafie” e "Cooperare con Libera Terra - Agenzia per lo sviluppo cooperativo e la legalità". Le due associazioni condividono gli stessi principi, valori e obiettivi e siamo sicuri che questa partnership porterà dei buoni risultati al contrasto della criminalità organizzata”.
Libera e Legacoop da anni si impegnano per la giustizia sociale, per la tutela dei diritti, per una politica trasparente, per una legalità democratica fondata sull’eguaglianza, ed adesso in Umbria uniranno le proprie forze proprio per perseguire un intento comune.
“Proprio in questi giorni partirà a Pietralunga la prima esperienza di riutilizzo sociale di un bene confiscato alla 'ndrangheta attraverso una cooperativa agricola iscritta a Legacoop – afferma Walter Cardinali, presidente di Libera Umbria – si tratta di un fatto di grande importanza, non solo simbolica, per il quale Libera si è a lungo impegnata. Ecco, noi vorremmo che questa prima esperienza e quelle che ci auguriamo verranno presto in futuro, siano accompagnate da tutta la società umbra e da tutte le istituzioni, perché rappresentano il riscatto del territorio e la nostra risposta collettiva ai tentativi di aggressione mafiosa, purtroppo sempre più frequenti. Il protocollo con Legacoop in questo senso – continua Cardinali - è uno strumento importante che può aiutarci a fare rete nei percorsi di formazione e informazione, di animazione territoriale e di accompagnamento delle cooperative”.
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Legacoop Umbria e Libera Umbria “Forme di cooperazione per la legalità” servizio TEF Channel
Legacoop Umbria e Libera Umbria “Attiviamo forme di cooperazione per la legalità”
Siglato il protocollo di intesa per contrastare e prevenire i fenomeni mafiosi
Perugia, 18.02.2022 - Un protocollo per “attivare forme di cooperazione, rivolte alle cooperative, alle imprese sociali associate ed alla cittadinanza umbra, finalizzate alla promozione della legalità, alla conoscenza ed al contrasto di fenomeni mafiosi e di criminalità organizzata in Umbria”.
È questo il senso dell'accordo siglato tra la Lega delle Cooperative e Libera Umbria due realtà già legate da una collaborazione importante a livello nazionale e locale, ma che ora intendono rafforzare la propria sinergia in particolare sul versante del riutilizzo sociale del beni confiscati alla criminalità organizzata. Oggi in Umbria secondo i dati ufficiali dell'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati, sono 144 i beni (parliamo di particelle catastali) sottoposti a confisca definitiva, alcuni già assegnati al “territorio” per il loro recupero e riutilizzo, altri che entreranno presto nella disponibilità delle amministrazioni locali.
Un grande “potenziale di riscatto” per l'Umbria che continuerà a crescere nei prossimi anni, come dimostrano anche le ultime importanti operazioni di magistratura e forze dell'ordine che hanno portato ad ingenti sequestri di patrimoni.
“Vogliamo incentivare attraverso la cooperazione – dichiara Dino Ricci, Presidente di Legacoop Umbria - la cultura della legalità democratica per rendere più incisiva l’azione di prevenzione e contrasto alle diverse forme di illegalità nel mondo economico e produttivo del territorio umbro, con iniziative che abbiano come interlocutori le cooperative associate, le istituzioni, la cittadinanza tutta. Portiamo avanti l'intesa partita da Legacoop Nazionale con i progetti “Noi siamo con Libera, Legacoop contro le mafie” e "Cooperare con Libera Terra - Agenzia per lo sviluppo cooperativo e la legalità". Le due associazioni condividono gli stessi principi, valori e obiettivi e siamo sicuri che questa partnership porterà dei buoni risultati al contrasto della criminalità organizzata”.
Libera e Legacoop da anni si impegnano per la giustizia sociale, per la tutela dei diritti, per una politica trasparente, per una legalità democratica fondata sull’eguaglianza, ed adesso in Umbria uniranno le proprie forze proprio per perseguire un intento comune.
“Proprio in questi giorni partirà a Pietralunga la prima esperienza di riutilizzo sociale di un bene confiscato alla 'ndrangheta attraverso una cooperativa agricola iscritta a Legacoop – afferma Walter Cardinali, presidente di Libera Umbria – si tratta di un fatto di grande importanza, non solo simbolica, per il quale Libera si è a lungo impegnata. Ecco, noi vorremmo che questa prima esperienza e quelle che ci auguriamo verranno presto in futuro, siano accompagnate da tutta la società umbra e da tutte le istituzioni, perché rappresentano il riscatto del territorio e la nostra risposta collettiva ai tentativi di aggressione mafiosa, purtroppo sempre più frequenti. Il protocollo con Legacoop in questo senso – continua Cardinali - è uno strumento importante che può aiutarci a fare rete nei percorsi di formazione e informazione, di animazione territoriale e di accompagnamento delle cooperative”.
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Lagatoria Tuderte a Sky TG24
A Lorisa mancano 6 anni per andare in pensione, lei è la “decana” del gruppo, quella che “brontola sempre”, ma senza di lei non si poteva partire. Mauro invece è il più giovane, appena 30 anni, e quando gli hanno proposto di formare una cooperativa e rilevare l'azienda ha pensato: “Ma questi sono matti!”. Poi però si è fatto convincere e ora anche lui fa parte della nuova Legatoria Tuderte, un workers buyout, ovvero un'azienda salvata dal fallimento e acquistata dai suoi lavoratori, anzi, in questo caso, soprattutto dalle sue lavoratrici.
“Il 28 aprile 2021 è partita la nostra avventura”, racconta Emanuela Tabarrini, operaia fino a pochi mesi fa e oggi presidente della cooperativa Legatoria Tuderte, con sede a Pantalla (Pg), della quale fanno parte, oltre ai già citati Mauro e Lorisa, anche Sonia, Maria, Fiorella, Federica, Lidia e Andrea, il secondo maschio del gruppo, considerato un jolly per la sua abilità in tutte le fasi della produzione. “La vecchia azienda era finita, sommersa di debiti, senza liquidità e con nessuna prospettiva – spiega Emanuela - L'ultimo stipendio ci è stato pagato a gennaio 2020, poi solo cassa integrazione, quella per Covid. Ma di far morire questa fabbrica, nella quale lavoriamo da così tanti anni, non ci andava proprio giù”.
E allora eccola l'idea, maturata nel corso di “nottate passate in videoconferenza tra di noi” e nelle “riunioni con il nostro sindacalista della Cgil”: formare una cooperativa e provare a diventare imprenditori di se stessi. “Sarebbe stato davvero un peccato disperdere questo patrimonio di grande professionalità, un lavoro che si fa ancora con le mani”, commenta Enrico Bruschi, segretario della Slc Cgil Umbria, che ha seguito dall'inizio il percorso della Legatoria Tuderte. “Sarebbe stata una sconfitta non solo per loro, ma per tutto il territorio – prosegue – Così, anche forti di altre esperienze positive, come quella di Ceramiche Noi a Città di Castello, abbiamo intrapreso questa strada, chiedendo il supporto di Legacoop”.
In un periodo di crisi cicliche come quello attuale uno strumento come il workers buyout diventa ancora più importante – commenta Matteo Ragnacci, presidente di Legacoop P&S Umbria – perché consente a tante lavoratrici e lavoratori di trasformarsi da dipendenti a soci e salvare l'occupazione e la produzione, redistribuendo i benefici nelle comunità locali. Questo – prosegue Ragnacci – grazie ai loro sacrifici, all'accompagnamento della nostra associazione ed al sostegno finanziario dei fondi della cooperazione, Coopfond e Cfi, che intervengono nel capitale immettendo nuova linfa alle radici”.
Così, con un gran bel gioco di squadra, la nuova Legatoria Tuderte è partita e nei primi due mesi di attività la cooperativa ha fatturato quasi 100mila euro. “È un buon risultato anche se abbiamo bisogno di fare di più – commenta ancora la presidente, Emanuela Tabarrini – ma abbiamo fiducia per il futuro, prima di tutto perché lavorare così, per qualcosa di tuo, che hai costruito con il sacrificio, è bellissimo, una sensazione nuova per noi. E poi perché siamo un grande gruppo, legato anche da una forte amicizia, che ha fatto sì che anche le nostre famiglie, i mariti soprattutto, dopo qualche diffidenza iniziale abbiano sposato appieno la causa”.
Ora, l'obiettivo è di costruire una solida rete di clienti, sia quelli grandi, come Treccani, Panini e persino il Vaticano, sia quelli più piccoli, da aziende che vogliono realizzare gadget di qualità, magari da regalare per le feste, fino ai fotografi, per i loro book o altri professionisti nel settore grafico ed editoriale.
“Sappiamo di aver fatto una grande scommessa – conclude Emanuela Tabarrini – ma l'abbiamo voluta fare per la passione che ci lega a questo lavoro e certamente continueremo a mettercela tutta per vincere, insieme”.
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Legatoria Tuderte servizio del TG1 6 gennaio 2022
A Lorisa mancano 6 anni per andare in pensione, lei è la “decana” del gruppo, quella che “brontola sempre”, ma senza di lei non si poteva partire. Mauro invece è il più giovane, appena 30 anni, e quando gli hanno proposto di formare una cooperativa e rilevare l'azienda ha pensato: “Ma questi sono matti!”. Poi però si è fatto convincere e ora anche lui fa parte della nuova Legatoria Tuderte, un workers buyout, ovvero un'azienda salvata dal fallimento e acquistata dai suoi lavoratori, anzi, in questo caso, soprattutto dalle sue lavoratrici.
“Il 28 aprile 2021 è partita la nostra avventura”, racconta Emanuela Tabarrini, operaia fino a pochi mesi fa e oggi presidente della cooperativa Legatoria Tuderte, con sede a Pantalla (Pg), della quale fanno parte, oltre ai già citati Mauro e Lorisa, anche Sonia, Maria, Fiorella, Federica, Lidia e Andrea, il secondo maschio del gruppo, considerato un jolly per la sua abilità in tutte le fasi della produzione. “La vecchia azienda era finita, sommersa di debiti, senza liquidità e con nessuna prospettiva – spiega Emanuela - L'ultimo stipendio ci è stato pagato a gennaio 2020, poi solo cassa integrazione, quella per Covid. Ma di far morire questa fabbrica, nella quale lavoriamo da così tanti anni, non ci andava proprio giù”.
E allora eccola l'idea, maturata nel corso di “nottate passate in videoconferenza tra di noi” e nelle “riunioni con il nostro sindacalista della Cgil”: formare una cooperativa e provare a diventare imprenditori di se stessi. “Sarebbe stato davvero un peccato disperdere questo patrimonio di grande professionalità, un lavoro che si fa ancora con le mani”, commenta Enrico Bruschi, segretario della Slc Cgil Umbria, che ha seguito dall'inizio il percorso della Legatoria Tuderte. “Sarebbe stata una sconfitta non solo per loro, ma per tutto il territorio – prosegue – Così, anche forti di altre esperienze positive, come quella di Ceramiche Noi a Città di Castello, abbiamo intrapreso questa strada, chiedendo il supporto di Legacoop”.
In un periodo di crisi cicliche come quello attuale uno strumento come il workers buyout diventa ancora più importante – commenta Matteo Ragnacci, presidente di Legacoop P&S Umbria – perché consente a tante lavoratrici e lavoratori di trasformarsi da dipendenti a soci e salvare l'occupazione e la produzione, redistribuendo i benefici nelle comunità locali. Questo – prosegue Ragnacci – grazie ai loro sacrifici, all'accompagnamento della nostra associazione ed al sostegno finanziario dei fondi della cooperazione, Coopfond e Cfi, che intervengono nel capitale immettendo nuova linfa alle radici”.
Così, con un gran bel gioco di squadra, la nuova Legatoria Tuderte è partita e nei primi due mesi di attività la cooperativa ha fatturato quasi 100mila euro. “È un buon risultato anche se abbiamo bisogno di fare di più – commenta ancora la presidente, Emanuela Tabarrini – ma abbiamo fiducia per il futuro, prima di tutto perché lavorare così, per qualcosa di tuo, che hai costruito con il sacrificio, è bellissimo, una sensazione nuova per noi. E poi perché siamo un grande gruppo, legato anche da una forte amicizia, che ha fatto sì che anche le nostre famiglie, i mariti soprattutto, dopo qualche diffidenza iniziale abbiano sposato appieno la causa”.
Ora, l'obiettivo è di costruire una solida rete di clienti, sia quelli grandi, come Treccani, Panini e persino il Vaticano, sia quelli più piccoli, da aziende che vogliono realizzare gadget di qualità, magari da regalare per le feste, fino ai fotografi, per i loro book o altri professionisti nel settore grafico ed editoriale.
“Sappiamo di aver fatto una grande scommessa – conclude Emanuela Tabarrini – ma l'abbiamo voluta fare per la passione che ci lega a questo lavoro e certamente continueremo a mettercela tutta per vincere, insieme”.
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"La fabbrica che rilega il lavoro” nasce Legatoria Tuderte
A Lorisa mancano 6 anni per andare in pensione, lei è la “decana” del gruppo, quella che “brontola sempre”, ma senza di lei non si poteva partire. Mauro invece è il più giovane, appena 30 anni, e quando gli hanno proposto di formare una cooperativa e rilevare l'azienda ha pensato: “Ma questi sono matti!”. Poi però si è fatto convincere e ora anche lui fa parte della nuova Legatoria Tuderte, un workers buyout, ovvero un'azienda salvata dal fallimento e acquistata dai suoi lavoratori, anzi, in questo caso, soprattutto dalle sue lavoratrici.
“Il 28 aprile 2021 è partita la nostra avventura”, racconta Emanuela Tabarrini, operaia fino a pochi mesi fa e oggi presidente della cooperativa Legatoria Tuderte, con sede a Pantalla (Pg), della quale fanno parte, oltre ai già citati Mauro e Lorisa, anche Sonia, Maria, Fiorella, Federica, Lidia e Andrea, il secondo maschio del gruppo, considerato un jolly per la sua abilità in tutte le fasi della produzione. “La vecchia azienda era finita, sommersa di debiti, senza liquidità e con nessuna prospettiva – spiega Emanuela - L'ultimo stipendio ci è stato pagato a gennaio 2020, poi solo cassa integrazione, quella per Covid. Ma di far morire questa fabbrica, nella quale lavoriamo da così tanti anni, non ci andava proprio giù”.
E allora eccola l'idea, maturata nel corso di “nottate passate in videoconferenza tra di noi” e nelle “riunioni con il nostro sindacalista della Cgil”: formare una cooperativa e provare a diventare imprenditori di se stessi. “Sarebbe stato davvero un peccato disperdere questo patrimonio di grande professionalità, un lavoro che si fa ancora con le mani”, commenta Enrico Bruschi, segretario della Slc Cgil Umbria, che ha seguito dall'inizio il percorso della Legatoria Tuderte. “Sarebbe stata una sconfitta non solo per loro, ma per tutto il territorio – prosegue – Così, anche forti di altre esperienze positive, come quella di Ceramiche Noi a Città di Castello, abbiamo intrapreso questa strada, chiedendo il supporto di Legacoop”.
In un periodo di crisi cicliche come quello attuale uno strumento come il workers buyout diventa ancora più importante – commenta Matteo Ragnacci, presidente di Legacoop P&S Umbria – perché consente a tante lavoratrici e lavoratori di trasformarsi da dipendenti a soci e salvare l'occupazione e la produzione, redistribuendo i benefici nelle comunità locali. Questo – prosegue Ragnacci – grazie ai loro sacrifici, all'accompagnamento della nostra associazione ed al sostegno finanziario dei fondi della cooperazione, Coopfond e Cfi, che intervengono nel capitale immettendo nuova linfa alle radici”.
Così, con un gran bel gioco di squadra, la nuova Legatoria Tuderte è partita e nei primi due mesi di attività la cooperativa ha fatturato quasi 100mila euro. “È un buon risultato anche se abbiamo bisogno di fare di più – commenta ancora la presidente, Emanuela Tabarrini – ma abbiamo fiducia per il futuro, prima di tutto perché lavorare così, per qualcosa di tuo, che hai costruito con il sacrificio, è bellissimo, una sensazione nuova per noi. E poi perché siamo un grande gruppo, legato anche da una forte amicizia, che ha fatto sì che anche le nostre famiglie, i mariti soprattutto, dopo qualche diffidenza iniziale abbiano sposato appieno la causa”.
Ora, l'obiettivo è di costruire una solida rete di clienti, sia quelli grandi, come Treccani, Panini e persino il Vaticano, sia quelli più piccoli, da aziende che vogliono realizzare gadget di qualità, magari da regalare per le feste, fino ai fotografi, per i loro book o altri professionisti nel settore grafico ed editoriale.
“Sappiamo di aver fatto una grande scommessa – conclude Emanuela Tabarrini – ma l'abbiamo voluta fare per la passione che ci lega a questo lavoro e certamente continueremo a mettercela tutta per vincere, insieme”.
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La Fabbrica che rilega il lavoro Legatoria Tuderte umbriaTV 7 luglio 2021
A Lorisa mancano 6 anni per andare in pensione, lei è la “decana” del gruppo, quella che “brontola sempre”, ma senza di lei non si poteva partire. Mauro invece è il più giovane, appena 30 anni, e quando gli hanno proposto di formare una cooperativa e rilevare l'azienda ha pensato: “Ma questi sono matti!”. Poi però si è fatto convincere e ora anche lui fa parte della nuova Legatoria Tuderte, un workers buyout, ovvero un'azienda salvata dal fallimento e acquistata dai suoi lavoratori, anzi, in questo caso, soprattutto dalle sue lavoratrici.
“Il 28 aprile 2021 è partita la nostra avventura”, racconta Emanuela Tabarrini, operaia fino a pochi mesi fa e oggi presidente della cooperativa Legatoria Tuderte, con sede a Pantalla (Pg), della quale fanno parte, oltre ai già citati Mauro e Lorisa, anche Sonia, Maria, Fiorella, Federica, Lidia e Andrea, il secondo maschio del gruppo, considerato un jolly per la sua abilità in tutte le fasi della produzione. “La vecchia azienda era finita, sommersa di debiti, senza liquidità e con nessuna prospettiva – spiega Emanuela - L'ultimo stipendio ci è stato pagato a gennaio 2020, poi solo cassa integrazione, quella per Covid. Ma di far morire questa fabbrica, nella quale lavoriamo da così tanti anni, non ci andava proprio giù”.
E allora eccola l'idea, maturata nel corso di “nottate passate in videoconferenza tra di noi” e nelle “riunioni con il nostro sindacalista della Cgil”: formare una cooperativa e provare a diventare imprenditori di se stessi. “Sarebbe stato davvero un peccato disperdere questo patrimonio di grande professionalità, un lavoro che si fa ancora con le mani”, commenta Enrico Bruschi, segretario della Slc Cgil Umbria, che ha seguito dall'inizio il percorso della Legatoria Tuderte. “Sarebbe stata una sconfitta non solo per loro, ma per tutto il territorio – prosegue – Così, anche forti di altre esperienze positive, come quella di Ceramiche Noi a Città di Castello, abbiamo intrapreso questa strada, chiedendo il supporto di Legacoop”.
In un periodo di crisi cicliche come quello attuale uno strumento come il workers buyout diventa ancora più importante – commenta Matteo Ragnacci, presidente di Legacoop P&S Umbria – perché consente a tante lavoratrici e lavoratori di trasformarsi da dipendenti a soci e salvare l'occupazione e la produzione, redistribuendo i benefici nelle comunità locali. Questo – prosegue Ragnacci – grazie ai loro sacrifici, all'accompagnamento della nostra associazione ed al sostegno finanziario dei fondi della cooperazione, Coopfond e Cfi, che intervengono nel capitale immettendo nuova linfa alle radici”.
Così, con un gran bel gioco di squadra, la nuova Legatoria Tuderte è partita e nei primi due mesi di attività la cooperativa ha fatturato quasi 100mila euro. “È un buon risultato anche se abbiamo bisogno di fare di più – commenta ancora la presidente, Emanuela Tabarrini – ma abbiamo fiducia per il futuro, prima di tutto perché lavorare così, per qualcosa di tuo, che hai costruito con il sacrificio, è bellissimo, una sensazione nuova per noi. E poi perché siamo un grande gruppo, legato anche da una forte amicizia, che ha fatto sì che anche le nostre famiglie, i mariti soprattutto, dopo qualche diffidenza iniziale abbiano sposato appieno la causa”.
Ora, l'obiettivo è di costruire una solida rete di clienti, sia quelli grandi, come Treccani, Panini e persino il Vaticano, sia quelli più piccoli, da aziende che vogliono realizzare gadget di qualità, magari da regalare per le feste, fino ai fotografi, per i loro book o altri professionisti nel settore grafico ed editoriale.
“Sappiamo di aver fatto una grande scommessa – conclude Emanuela Tabarrini – ma l'abbiamo voluta fare per la passione che ci lega a questo lavoro e certamente continueremo a mettercela tutta per vincere, insieme”.
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La fabbrica che rilega il lavoro Legatoria Tuderte TEF Channel 8 luglio 2021
A Lorisa mancano 6 anni per andare in pensione, lei è la “decana” del gruppo, quella che “brontola sempre”, ma senza di lei non si poteva partire. Mauro invece è il più giovane, appena 30 anni, e quando gli hanno proposto di formare una cooperativa e rilevare l'azienda ha pensato: “Ma questi sono matti!”. Poi però si è fatto convincere e ora anche lui fa parte della nuova Legatoria Tuderte, un workers buyout, ovvero un'azienda salvata dal fallimento e acquistata dai suoi lavoratori, anzi, in questo caso, soprattutto dalle sue lavoratrici.
“Il 28 aprile 2021 è partita la nostra avventura”, racconta Emanuela Tabarrini, operaia fino a pochi mesi fa e oggi presidente della cooperativa Legatoria Tuderte, con sede a Pantalla (Pg), della quale fanno parte, oltre ai già citati Mauro e Lorisa, anche Sonia, Maria, Fiorella, Federica, Lidia e Andrea, il secondo maschio del gruppo, considerato un jolly per la sua abilità in tutte le fasi della produzione. “La vecchia azienda era finita, sommersa di debiti, senza liquidità e con nessuna prospettiva – spiega Emanuela - L'ultimo stipendio ci è stato pagato a gennaio 2020, poi solo cassa integrazione, quella per Covid. Ma di far morire questa fabbrica, nella quale lavoriamo da così tanti anni, non ci andava proprio giù”.
E allora eccola l'idea, maturata nel corso di “nottate passate in videoconferenza tra di noi” e nelle “riunioni con il nostro sindacalista della Cgil”: formare una cooperativa e provare a diventare imprenditori di se stessi. “Sarebbe stato davvero un peccato disperdere questo patrimonio di grande professionalità, un lavoro che si fa ancora con le mani”, commenta Enrico Bruschi, segretario della Slc Cgil Umbria, che ha seguito dall'inizio il percorso della Legatoria Tuderte. “Sarebbe stata una sconfitta non solo per loro, ma per tutto il territorio – prosegue – Così, anche forti di altre esperienze positive, come quella di Ceramiche Noi a Città di Castello, abbiamo intrapreso questa strada, chiedendo il supporto di Legacoop”.
In un periodo di crisi cicliche come quello attuale uno strumento come il workers buyout diventa ancora più importante – commenta Matteo Ragnacci, presidente di Legacoop P&S Umbria – perché consente a tante lavoratrici e lavoratori di trasformarsi da dipendenti a soci e salvare l'occupazione e la produzione, redistribuendo i benefici nelle comunità locali. Questo – prosegue Ragnacci – grazie ai loro sacrifici, all'accompagnamento della nostra associazione ed al sostegno finanziario dei fondi della cooperazione, Coopfond e Cfi, che intervengono nel capitale immettendo nuova linfa alle radici”.
Così, con un gran bel gioco di squadra, la nuova Legatoria Tuderte è partita e nei primi due mesi di attività la cooperativa ha fatturato quasi 100mila euro. “È un buon risultato anche se abbiamo bisogno di fare di più – commenta ancora la presidente, Emanuela Tabarrini – ma abbiamo fiducia per il futuro, prima di tutto perché lavorare così, per qualcosa di tuo, che hai costruito con il sacrificio, è bellissimo, una sensazione nuova per noi. E poi perché siamo un grande gruppo, legato anche da una forte amicizia, che ha fatto sì che anche le nostre famiglie, i mariti soprattutto, dopo qualche diffidenza iniziale abbiano sposato appieno la causa”.
Ora, l'obiettivo è di costruire una solida rete di clienti, sia quelli grandi, come Treccani, Panini e persino il Vaticano, sia quelli più piccoli, da aziende che vogliono realizzare gadget di qualità, magari da regalare per le feste, fino ai fotografi, per i loro book o altri professionisti nel settore grafico ed editoriale.
“Sappiamo di aver fatto una grande scommessa – conclude Emanuela Tabarrini – ma l'abbiamo voluta fare per la passione che ci lega a questo lavoro e certamente continueremo a mettercela tutta per vincere, insieme”.
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La fabbrica che rilega il lavoro Legatoria Tuderte Rai TGR 8 luglio 2021
A Lorisa mancano 6 anni per andare in pensione, lei è la “decana” del gruppo, quella che “brontola sempre”, ma senza di lei non si poteva partire. Mauro invece è il più giovane, appena 30 anni, e quando gli hanno proposto di formare una cooperativa e rilevare l'azienda ha pensato: “Ma questi sono matti!”. Poi però si è fatto convincere e ora anche lui fa parte della nuova Legatoria Tuderte, un workers buyout, ovvero un'azienda salvata dal fallimento e acquistata dai suoi lavoratori, anzi, in questo caso, soprattutto dalle sue lavoratrici.
“Il 28 aprile 2021 è partita la nostra avventura”, racconta Emanuela Tabarrini, operaia fino a pochi mesi fa e oggi presidente della cooperativa Legatoria Tuderte, con sede a Pantalla (Pg), della quale fanno parte, oltre ai già citati Mauro e Lorisa, anche Sonia, Maria, Fiorella, Federica, Lidia e Andrea, il secondo maschio del gruppo, considerato un jolly per la sua abilità in tutte le fasi della produzione. “La vecchia azienda era finita, sommersa di debiti, senza liquidità e con nessuna prospettiva – spiega Emanuela - L'ultimo stipendio ci è stato pagato a gennaio 2020, poi solo cassa integrazione, quella per Covid. Ma di far morire questa fabbrica, nella quale lavoriamo da così tanti anni, non ci andava proprio giù”.
E allora eccola l'idea, maturata nel corso di “nottate passate in videoconferenza tra di noi” e nelle “riunioni con il nostro sindacalista della Cgil”: formare una cooperativa e provare a diventare imprenditori di se stessi. “Sarebbe stato davvero un peccato disperdere questo patrimonio di grande professionalità, un lavoro che si fa ancora con le mani”, commenta Enrico Bruschi, segretario della Slc Cgil Umbria, che ha seguito dall'inizio il percorso della Legatoria Tuderte. “Sarebbe stata una sconfitta non solo per loro, ma per tutto il territorio – prosegue – Così, anche forti di altre esperienze positive, come quella di Ceramiche Noi a Città di Castello, abbiamo intrapreso questa strada, chiedendo il supporto di Legacoop”.
In un periodo di crisi cicliche come quello attuale uno strumento come il workers buyout diventa ancora più importante – commenta Matteo Ragnacci, presidente di Legacoop P&S Umbria – perché consente a tante lavoratrici e lavoratori di trasformarsi da dipendenti a soci e salvare l'occupazione e la produzione, redistribuendo i benefici nelle comunità locali. Questo – prosegue Ragnacci – grazie ai loro sacrifici, all'accompagnamento della nostra associazione ed al sostegno finanziario dei fondi della cooperazione, Coopfond e Cfi, che intervengono nel capitale immettendo nuova linfa alle radici”.
Così, con un gran bel gioco di squadra, la nuova Legatoria Tuderte è partita e nei primi due mesi di attività la cooperativa ha fatturato quasi 100mila euro. “È un buon risultato anche se abbiamo bisogno di fare di più – commenta ancora la presidente, Emanuela Tabarrini – ma abbiamo fiducia per il futuro, prima di tutto perché lavorare così, per qualcosa di tuo, che hai costruito con il sacrificio, è bellissimo, una sensazione nuova per noi. E poi perché siamo un grande gruppo, legato anche da una forte amicizia, che ha fatto sì che anche le nostre famiglie, i mariti soprattutto, dopo qualche diffidenza iniziale abbiano sposato appieno la causa”.
Ora, l'obiettivo è di costruire una solida rete di clienti, sia quelli grandi, come Treccani, Panini e persino il Vaticano, sia quelli più piccoli, da aziende che vogliono realizzare gadget di qualità, magari da regalare per le feste, fino ai fotografi, per i loro book o altri professionisti nel settore grafico ed editoriale.
“Sappiamo di aver fatto una grande scommessa – conclude Emanuela Tabarrini – ma l'abbiamo voluta fare per la passione che ci lega a questo lavoro e certamente continueremo a mettercela tutta per vincere, insieme”.
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La fabbrica che rilega il lavoro Legatoria Tuderte Rai News24 8 luglio 2021
A Lorisa mancano 6 anni per andare in pensione, lei è la “decana” del gruppo, quella che “brontola sempre”, ma senza di lei non si poteva partire. Mauro invece è il più giovane, appena 30 anni, e quando gli hanno proposto di formare una cooperativa e rilevare l'azienda ha pensato: “Ma questi sono matti!”. Poi però si è fatto convincere e ora anche lui fa parte della nuova Legatoria Tuderte, un workers buyout, ovvero un'azienda salvata dal fallimento e acquistata dai suoi lavoratori, anzi, in questo caso, soprattutto dalle sue lavoratrici.
“Il 28 aprile 2021 è partita la nostra avventura”, racconta Emanuela Tabarrini, operaia fino a pochi mesi fa e oggi presidente della cooperativa Legatoria Tuderte, con sede a Pantalla (Pg), della quale fanno parte, oltre ai già citati Mauro e Lorisa, anche Sonia, Maria, Fiorella, Federica, Lidia e Andrea, il secondo maschio del gruppo, considerato un jolly per la sua abilità in tutte le fasi della produzione. “La vecchia azienda era finita, sommersa di debiti, senza liquidità e con nessuna prospettiva – spiega Emanuela - L'ultimo stipendio ci è stato pagato a gennaio 2020, poi solo cassa integrazione, quella per Covid. Ma di far morire questa fabbrica, nella quale lavoriamo da così tanti anni, non ci andava proprio giù”.
E allora eccola l'idea, maturata nel corso di “nottate passate in videoconferenza tra di noi” e nelle “riunioni con il nostro sindacalista della Cgil”: formare una cooperativa e provare a diventare imprenditori di se stessi. “Sarebbe stato davvero un peccato disperdere questo patrimonio di grande professionalità, un lavoro che si fa ancora con le mani”, commenta Enrico Bruschi, segretario della Slc Cgil Umbria, che ha seguito dall'inizio il percorso della Legatoria Tuderte. “Sarebbe stata una sconfitta non solo per loro, ma per tutto il territorio – prosegue – Così, anche forti di altre esperienze positive, come quella di Ceramiche Noi a Città di Castello, abbiamo intrapreso questa strada, chiedendo il supporto di Legacoop”.
In un periodo di crisi cicliche come quello attuale uno strumento come il workers buyout diventa ancora più importante – commenta Matteo Ragnacci, presidente di Legacoop P&S Umbria – perché consente a tante lavoratrici e lavoratori di trasformarsi da dipendenti a soci e salvare l'occupazione e la produzione, redistribuendo i benefici nelle comunità locali. Questo – prosegue Ragnacci – grazie ai loro sacrifici, all'accompagnamento della nostra associazione ed al sostegno finanziario dei fondi della cooperazione, Coopfond e Cfi, che intervengono nel capitale immettendo nuova linfa alle radici”.
Così, con un gran bel gioco di squadra, la nuova Legatoria Tuderte è partita e nei primi due mesi di attività la cooperativa ha fatturato quasi 100mila euro. “È un buon risultato anche se abbiamo bisogno di fare di più – commenta ancora la presidente, Emanuela Tabarrini – ma abbiamo fiducia per il futuro, prima di tutto perché lavorare così, per qualcosa di tuo, che hai costruito con il sacrificio, è bellissimo, una sensazione nuova per noi. E poi perché siamo un grande gruppo, legato anche da una forte amicizia, che ha fatto sì che anche le nostre famiglie, i mariti soprattutto, dopo qualche diffidenza iniziale abbiano sposato appieno la causa”.
Ora, l'obiettivo è di costruire una solida rete di clienti, sia quelli grandi, come Treccani, Panini e persino il Vaticano, sia quelli più piccoli, da aziende che vogliono realizzare gadget di qualità, magari da regalare per le feste, fino ai fotografi, per i loro book o altri professionisti nel settore grafico ed editoriale.
“Sappiamo di aver fatto una grande scommessa – conclude Emanuela Tabarrini – ma l'abbiamo voluta fare per la passione che ci lega a questo lavoro e certamente continueremo a mettercela tutta per vincere, insieme”.
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Visita in Umbria del Presidente di Legacoop Agroalimentare Cristian Maretti
Importante visita in Umbria del Presidente di Legacoop Agroalimentare Cristian Maretti, che si è recato, insieme al referente regionale Andrea Radicchi, nelle principali cooperative del settore presenti nel nostro territorio.
È stata la prima occasione di visita alle imprese agroalimentari e agricole umbre da quando è stato eletto presidente.
Durante il tour , i presidenti delle imprese cooperative hanno manifestato varie problematiche che il comparto sta affrontando in quest'ultimo periodo.
Sicuramente quella principale è l' incremento abnorme dei costi di produzione, connesso soprattutto all'aumento dei costi energetici, che va a incidere considerevolmente sulla marginalità delle imprese. Altro aspetto evidenziato è la difficoltà di poter ottenere dal mercato una remunerazione del prodotto agricolo soddisfacente per le basi sociali, e un'inquietudine per la chiusura dei conti del 2021 e in prospettiva quelli del 2022.
“Queste difficoltà – ha rassicurato il presidente Maretti- sono già state fatte presenti al Governo, e si aspettano interventi efficaci, rapidi e significativi. Come Legacoop Alimentare e come Alleanza delle Cooperative Italiane, di cui sono co-presidente, abbiamo già scritto al presidente Draghi, ed adesso con la vicenda della conclusione felice dell'elezione del Presidente della Repubblica, permetterà al governo di proseguire nel proprio percorso”.
Il presidente ha anche parlato del futuro per un rilancio rilancio del settore. I temi messi in agenda come priorità sono la transizione ecologica, gli investimenti che le cooperative nel medio lungo periodo dovranno attuare e la cruciale importanza dei Psr “Piano strategico nazionale”. Per il Presidente è stata una opportunità di conoscere ancora più a fondo le nostre cooperative, i nostri soci ed il territorio umbro, affinché ci sia sinergia tra tutti i componenti della cooperazione: i soci, le imprese, i consigli di amministrazione Legacoop territoriale nonché Legacoop agroalimentare nazionale.
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Caro energia l'appello di Legacoop Produzione e Servizi Umbria
Legacoop Produzione e Servizi: forte preoccupazione per il caro energia
Ragnacci ”La Regione si attivi subito anche per rivedere le gare pubbliche in atto”
“Le imprese cooperative di Produzione e Servizi, in particolare quelle che utilizzano il metano nei processi di produzione, sono in grossa difficoltà. Insostenibili gli aumenti di luce dell'ultimo periodo e lo spegnimento degli impianti potrebbe essere una scelta obbligata. Le cooperative perdono marginalità, e stanno valutando di sospendere le produzioni in attesa di un calmieramento dei costi. Le nostre imprese hanno retto nel 2021(aumento elettricità + 76%, benzina/gasolio + 62%, gas naturale + 35%, metano + 26%) ma se le tariffe rimarranno costanti anche nel 2022, a parità di consumi e in assenza di interventi istituzionali, la situazione si potrebbe aggravare non solo per le attività produttive ma anche per le famiglie”.
A lanciare l’allarme è Matteo Ragnacci Presidente di Legacoop Produzione e Servizi Umbria, che rappresenta l'Associazione di 60 imprese cooperative con oltre 6500 occupati ed un fatturato di 350 milioni di euro.
“Le cooperative energivore, quelle che consumano grandi quantità di energia, sono quelle maggiormente a rischio - continua Ragnacci -, parliamo del settore del vetro, della ceramica, delle piscine, della logistica e trasporti, ma comunque tutte soffrono e noi raccogliamo la voce anche di quelle delle costruzioni (aumento delle materie prime anche del 30% ), della ristorazione collettiva, dei servizi integrati e FM, di ingegneria e progettazione. Un problema che colpisce a 360° tutte le nostre associate”.
Lo scenario che si prospetta è preoccupante: alcune imprese dovranno necessariamente scaricare i costi sugli utenti finali (per adesso il 76% delle imprese non ha previsto nessun aumento, ma anche chi l'ha previsto nel 96% dei casi non ha compensato appieno i costi reali), con una diminuzione della capacità d'acquisto delle famiglie a scapito della tenuta economica e sociale della nostra regione; le altre che non lo possono fare , perché titolari di servizi assegnati con gare d'appalto, dove i costi sono calcolati secondo previsioni ante rincaro, si troveranno in seria difficoltà. In entrambi i casi, questa maggiorazione inciderà su aziende che hanno già investito in periodo di pandemia per i presidi sanitari anti covid e che in questo momento non si possono permettere di erogare dei servizi anti-economici. Un aumento che Alleanza delle Cooperative stima a livello nazionale di oltre 80 miliardi per tutta la nostra economia, questo è il conto che dovranno sostenere famiglie e imprese nel 2022. P di un conto insostenibile.
Nella pandemia la cooperazione umbra nel complesso ha tenuto, dimostrando ancora una volta come l’impresa cooperativa è più flessibile e resiliente rispetto a quella capitalistica, però le riserve
sono destinate ad esaurirsi se non si regolamenterà l'aumento di prezzi che sta mettendo in ginocchio tutta la filiera produttiva umbra.
“Oltre alle misure strutturali come il PNRR - evidenzia Ragnacci - la Regione Umbria deve attivare un tavolo dedicato alle difficoltà attuali, aperto all’ascolto del mondo imprenditoriale. Le istituzioni regionali devono impegnarsi in sostegni immediati alle imprese e per il lungo periodo devono incentivare ed accelerare la transizione ecologica puntando su un serio piano di investimenti che riguardi efficientamento e produzione energetica da fonti rinnovabili, con un piano di sviluppo concordato con le forze imprenditoriali. Se non si interviene subito ci troveremo a contare le macerie della nostra economia”.
“È indispensabile, quindi, - chiosa il Presidente - prevedere la possibilità di rateizzazione delle bollette ed interventi sulle esigenze di liquidità, così come adeguati meccanismi di accesso ai sistemi di garanzia finanziari; e cosa molto importante, una completa rivisitazione delle gare pubbliche in atto a seguito dei rincari, per evitare che una problematica che si auspica di breve durata possa rivelarsi fatale per la sopravvivenza delle cooperative e dei soci che le compongono”.
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Forte preoccupazione per il caro energia Legacoop Umbria Magazine
Legacoop Produzione e Servizi: forte preoccupazione per il caro energia
Ragnacci ”La Regione si attivi subito anche per rivedere le gare pubbliche in atto”
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Giorno della Memoria 2022
«È anzi mia opinione che il male non possa mai essere radicale, ma solo estremo; e che non possegga né una profondità, né una dimensione demoniaca. Può ricoprire il mondo intero e devastarlo, precisamente perché si diffonde come un fungo sulla sua superficie. È una sfida al pensiero, perché il pensiero vuole andare in fondo, tenta di andare alle radici delle cose, e nel momento che s’interessa al male viene frustrato, perché non c’è nulla. Questa è la banalità. Solo il Bene ha profondità, e può essere radicale».
Hannah Arendt Pensatrice di origine ebraica. – La banalità del male
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Servizio civile Legacoop Umbria a TRG 17 gennaio 2022
SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE CON LEGACOOP UMBRIA
Fai “Una scelta che ti cambia la vita” prenditi cura del prossimo
E’ stato pubblicato il bando 2021 del servizio civile universale (SCU) che offre a circa 200 giovani la possibilità di svolgere un anno di servizio civile e che sarà aperto per le candidature fino alle ore 14 del prossimo 26 gennaio 2022.
Il Servizio Civile Universale è un’esperienza importante per i giovani perché permette ai ragazzi di sentirsi cittadini attivi, prendendosi cura del prossimo e rappresenta anche un primo passo nel mondo del lavoro.
“La parola universale ha il merito di rendere più ampia la valenza del servizio civile – dice Andrea Radicchi responsabile Servizio Civile di Legacoop Umbria - con attestazione delle competenze acquisite dai volontari e l’affiancamento di un tutor negli ultimi 2/3 mesi di Servizio Civile per un orientamento nel mondo del lavoro”.
Il valore aggiunto di Legacoop Umbria sta nella sua natura associativa e cooperativa. I giovani, oltre che intraprendere un’importante crescita personale, entrano in diretto contatto con operatori ed educatori, oltre che con i meccanismi del mondo del lavoro. Risulta essere quindi una duplice esperienza, personale e professionale. Un 30% dei ragazzi continua poi a lavorare nella cooperazione e impara a conoscere i valori che essa persegue.
Legacoop Umbria mette a disposizione 200 posti su 11 progetti in tutto il territorio regionale. L’esperienza di servizio civile dura 12 mesi ed è rivolta a ragazze/i dai 18 ai 29 anni non compiuti con un impegno di 25 ore settimanali ed un rimborso di euro 444,30 erogati direttamente dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale.
L’anno di Servizio Civile favorisce un percorso di crescita consapevole con risultati molteplici: molti ragazzi si iscrivono a nuovi percorsi formativi o corsi di specializzazione inerenti al mondo del sociale, altri vengono assunti dalle imprese cooperative in cui hanno effettuato il servizio, altri ancora trovano un impiego in altre imprese grazie alle competenze acquisite. In questo senso acquisisce ancor più valore il claim del Servizio Civile, “UNA SCELTA CHE TI CAMBIA LA VITA”.
Le domande possono essere presentate solo ONLINE. Come primo passo occorre scegliere il progetto tra quelli finanziati. Dalla pagina dedicata sul website Legacoop Umbria (www.legacoopumbria.coop) è possibile consultare tutti i progetti disponibili. Dopo questo step si può dare il via alla procedura di iscrizione. Per presentare la domanda è necessario possedere uno SPID di secondo livello (Sistema Pubblico di Identità Digitale) che si può facilmente richiedere attraverso diversi provider.
Non vi resta che partecipare al Servizio Civile con uno dei progetti di Legacoop Umbria.
Una scelta che ti cambia la vita.
Per info serviziocivile@legacoopumbria.coop
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Servizio Civile Legacoop Umbria 2022 200 posti per 11 progetti
www.legacoopumbria.coop
SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE CON LEGACOOP UMBRIA
Fai “Una scelta che ti cambia la vita” prenditi cura del prossimo.
E’ stato pubblicato il bando 2021 del servizio civile universale (SCU) che offre a circa 200 giovani la possibilità di svolgere un anno di servizio civile e che sarà aperto per le candidature fino alle ore 14 del prossimo 26 gennaio 2022.
Il Servizio Civile Universale è un’esperienza importante per i giovani perché permette ai ragazzi di sentirsi cittadini attivi, prendendosi cura del prossimo e rappresenta anche un primo passo nel mondo del lavoro.
“La parola universale ha il merito di rendere più ampia la valenza del servizio civile – dice Andrea Radicchi responsabile Servizio Civile di Legacoop Umbria - con attestazione delle competenze acquisite dai volontari e l’affiancamento di un tutor negli ultimi 2/3 mesi di Servizio Civile per un orientamento nel mondo del lavoro”.
Il valore aggiunto di Legacoop Umbria sta nella sua natura associativa e cooperativa. I giovani, oltre che intraprendere un’importante crescita personale, entrano in diretto contatto con operatori ed educatori, oltre che con i meccanismi del mondo del lavoro. Risulta essere quindi una duplice esperienza, personale e professionale. Un 30% dei ragazzi continua poi a lavorare nella cooperazione e impara a conoscere i valori che essa persegue.
Legacoop Umbria mette a disposizione 200 posti su 11 progetti in tutto il territorio regionale. L’esperienza di servizio civile dura 12 mesi ed è rivolta a ragazze/i dai 18 ai 29 anni non compiuti con un impegno di 25 ore settimanali ed un rimborso di euro 444,30 erogati direttamente dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale.
L’anno di Servizio Civile favorisce un percorso di crescita consapevole con risultati molteplici: molti ragazzi si iscrivono a nuovi percorsi formativi o corsi di specializzazione inerenti al mondo del sociale, altri vengono assunti dalle imprese cooperative in cui hanno effettuato il servizio, altri ancora trovano un impiego in altre imprese grazie alle competenze acquisite. In questo senso acquisisce ancor più valore il claim del Servizio Civile, “UNA SCELTA CHE TI CAMBIA LA VITA”.
Le domande possono essere presentate solo ONLINE. Come primo passo occorre scegliere il progetto tra quelli finanziati. Dalla pagina dedicata sul website Legacoop Umbria (www.legacoopumbria.coop) è possibile consultare tutti i progetti disponibili. Dopo questo step si può dare il via alla procedura di iscrizione. Per presentare la domanda è necessario possedere uno SPID di secondo livello (Sistema Pubblico di Identità Digitale) che si può facilmente richiedere attraverso diversi provider.
Non vi resta che partecipare al Servizio Civile con uno dei progetti di Legacoop Umbria.
Una scelta che ti cambia la vita.
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